La cataratta è un processo che porta ad una progressiva opacizzazione del cristallino, la lente interna dell’occhio.
La malattia inizia in modo impercettibile: con il passare degli anni il cristallino si disidrata, si ossida e si ispessisce perdendo progressivamente trasparenza.
La principale causa della cataratta
L’invecchiamento è la causa principale di questa opacizzazione: in questo caso si parla di cataratta senile, un problema che riguarda più del 60% degli ultrasettantenni (quando insorge tra i 40 e 50 anni si tratta di cataratta presenile).
Altri fattori che possono generare la malattia sono:
Difetti ereditari o congeniti; infezioni virali durante la gravidanza (rosolia, varicella) possono innescare l’opacità del cristallino nel neonato;
Le principali cause sono della cataratta sono:
- Patologie oculari come iridociclite, uveiti, glaucoma acuto, tumori endoculari o distacco di retina possono indurre la formazione di cataratta, in questo caso definita complicata;
- Altre malattie: il diabete è frequentemente associato alla cataratta anche in età giovanile, ma anche la dermatite atopica, la sclerodermia o la poichilodermia possono favorire l’insorgere della cataratta. La Miopia elevata predispone alla cataratta, che compare più precocemente rispetto ai pazienti non miopi;
- Terapie a base di farmaci cortisonici o colliri miotici utilizzati nella cura del glaucoma possono indurre l’opacizzazione del cristallino dopo un uso protratto;
- Traumi: la cataratta può insorgere dopo un trauma oculare (contusioni, ferite perforanti o agenti chimici) e riguarda il solo occhio traumatizzato.
La cataratta determina un calo dell’acuità visiva e un annebbiamento.
Altri sintomi possono essere:
- senso di facile abbagliamento nella visione controluce,
- difficoltà nel distinguere i colori,
- latenza nella messa a fuoco a varie distanze,
- disturbi durante la guida notturna
- affaticamento alla lettura,
- lentezza nell’adattamento al buio,
- aloni luminosi o colorati intorno alle luci puntiformi,
- talvolta anche sensazione di bruciore e stanchezza oculare.
Come diagnosticare la cataratta
È importante diagnosticare in tempo la presenza di una cataratta per evitare che questa progredisca troppo diventando più opaca e dura così da rendere più complicato e difficile l’intervento chirurgico.
Tramite appositi strumenti l’oculista è in grado di diagnosticare l’insorgenza della cataratta.
Gli studi
Numerosi studi inoltre, dimostrano che la cataratta ha un impatto negativo sulla salute mentale, sulla funzionalità quotidiana e sulla qualità di vita dei pazienti.
I pazienti non trattati infatti, mostrano un’elevata necessità di cure per ansia e depressione, declino cognitivo e modifiche nel comportamento alla guida (ad esempio, evitare della guida notturna).
Le limitazioni nelle attività quotidiane dei pazienti affetti da cataratta possono inoltre portare ad una diminuzione delle interazioni sociali e ad un aumento della dipendenza.
Al contrario, l’intervento di cataratta è associato a riduzioni significative della necessità di trattamento per ansia e depressione e ad un miglioramento delle funzionalità cognitive, della qualità della vita, dell’occupazione e del reddito, e degli esiti visivi.
Inoltre, poiché l’età media dei pazienti sottoposti a rimozione della cataratta è diminuita negli ultimi decenni l’aspettativa di vita è aumentata e la rimozione della cataratta dovrebbe fornire benefici a lungo termine che possono estendersi su un periodo di 20 anni o anche più a lungo.
Il trattamento
Per il trattamento della cataratta, nonostante l’evoluzione della ricerca scientifica, non vi sono farmaci in grado di ritardare o curare la patologia. L’unica terapia è l’intervento chirurgico.
Nella chirurgia il cristallino naturale, disidratato ed ormai opaco, viene rimosso e sostituito da una lente artificiale permanente che ripristina la capacitàdi messa a fuoco.
L’operazione chirurgiaca pur svolgendosi ambulatorialmente ed in anestesia locale o anche in anestesia topica (solo usando gocce anestetiche) è un intervento delicato e tecnologicamente molto avanzato che richiede ottima esperienza da parte del chirurgo, della sua equipe ed una moderna e perfetta strumentazione.
L’ultima frontiera è il laser a femtosecondi, che permette di eseguire in modo più preciso alcune fasi dell’intervento: il taglio corneale, la capsuloressi e una iniziale sezione del cristallino.
L’intervento è però più complesso con questa nuova metodica e ha tempi maggiori rispetto all’intervento classico eseguito da un chirurgo esperto. Il recupero visivo è rapido e progressivo già dal giorno successivo.
Un ulteriore innovazione nel campo della chirurgia è abbinare all’intervento la correzione dei difetti refrattivi per ottenere una riabilitazione completa: si approfitta della sostituzione del cristallino per eliminare, quando possibile anche miopia, astigmatismo o ipermetropia. In questi casi non solo scompare il “velo”, ma si annulla o si riduce l’uso degli occhiali.